Pone conveniente pena, imperoché meritamente è aperto et diviso cholui el quale ha diviso o tra
huomo et huomo, o tra Dio et l'huomo, la carità et l'amore, seminando scandolo et discordia et scisma.
Et alleghoricamente interviene questo in simili huomini. Imperoché sempre hanno la mente distracta et divisa.
Finge adunque che gl'heretici sieno divisi pel mezo insino al capo, perché hanno diviso la chiesa di Dio
la quale debba essere un corpo, del qual corpo Christo sia capo.
[22-24] Pone adunque prima uno aperto dalle coscie al mento, et fa comperatione a una hotte della qual sia
tracta o la doga del mezo, la quale si chiama mezule, o la collaterale, la quale chiamano lulla,
et altri rulla. Et dice veggia, cioè botte, la quale in latino è decta « veges
», non si pertugia, non si fora et apre, chosí per perdere mezule o lulla chome io vidi
uno ropto dal mento insino dove si tralla : cioè insino al fine del busto dove è l'uscita
alle bructure del ventre, et onde escie fetido vento, el quale quando viene fuori con suono et strepito alchuni
chiamano trulla, benché non doctamente.
[25-33] le minugia : cioè le budella ; trangugia : s'inghiottisce ; Mentre che lui
veder tutto m'attaccho : tutto m'appicco, cioè sto tutto intento ; mi dilacco : mi straccio
et apro ; habbiamo decto disopra che l'auctore pon qui le pene della nona spetie della fraude, che si chiama
scandolo overo scisma, e quali peccati sono spetie d'invidia. Imperoché s'oppone all'amore che si contiene
sobto la carità, alla quale è contraria la invidia. Questi seminatori di scandolo et di scisma
sobto spetie di bene commettono fraude in danno del proximo. Ma sono tra loro differenti : infedelità,
scisma, et heresia. Infedelità è opposita alla fede, et è non creder quello, che crede
la fede in ogni parte et chosa. Heresia è partirsi dalla fede in alchuna parte o fare alchuno mutamento
in quella. Scisma è partirsi in tutto dalla fede et dall'unione di quella. Et perché questo è
maggior che e due primi, però finge el poeta che sia punito in questa piú bassa parte. Scisma
adunque è divisione et seperamento dell'unità della fede et della carità. Ma anchora la
divisione nelle città tra parte et parte di cittadini, et anchora tra huomo et huomo, si comprende sobto
questo peccato. Adunque chi ha commessa heresia nella fede è diviso tutto dal mento in giú, perché
ha diviso el corpo della chiesa della quale è capo Christo ; et chi ha commesso scandolo tra principi
che sono capo de' popoli, hanno le loro piaghe nel capo ; et chi ha diviso e parenti hanno tagliato le mani
; et quegli che hanno diviso figliuolo da padre, hanno tagliato el capo et portanlo in mano. Ma perché
la historia di Maumeth non è al tutto da preterire, noteremo chome nell'anno della nostra salute secentesimo
decimo, sedente Bonifatio tertio et imperante Honorio, fu in Arabia Mahumeth mago et di somma callidità
et cupido d'honore non humano ma divino, et in sua gioventú vide varie terre et nationi, et in Hierusalem
intese la mosaicha, et altrove la christiana legge, et chosí instructo, con miracoli che facea con arte
magica persuadecte alla imperita moltitudine d'Arabia che lui fussi messia venuto da cielo ; et decte nuove
leggi mescolandovi molte chose voluptuose, per le quali facilmente tirava a sua devotione la turba. Et chon
questo favore acquisto la signoria, et maxime fingendosi di sanctissima vita et chostumi, et con summa
callidità havea avezo una colomba bianca a pascersi ne' suoi orecchi ne' quali furtivamente poneva panico
et simile esca, in forma che quando era a predicare al popolo facea aprire alla colomba et di subito quella
gli veniva a gl'orecchi, et affermava epsa essere lo spirito sancto el quale gli mostrava quello fussi bene
a fare. Arrosesi a tanta astutia un'altra peste molto pernitiosa. Imperoché Sergio monaco cadendo nella
heresia nestoriana fu cacciato da gl'altri monaci. Il perché passò in Arabia et aggiunsesi a Mahumeth
; et perché era molto versuto, et pieno di callidità, gli somministrava molti sagaci consigli,
et Machometh lo teneva racchiuso affermando lui esser ss l'angelo Gabriel el quale l'amaestrava di tutte le
cose utili all'anima. Alchuni dicono che Sergio fu mandato da Roma a predicare a gl'Arabi et a volgergli alla
nostra religione ; et promissongli che portandosi virilmente harebbe el capello ; et dipoi non essendogli observata
la promessa, tornò in Arabia et cantò la palinodia, cioè predicò el contrario di
quello che prima havea predicato, et fu a grandissirno aiuto a Mahumeth in forma che non solo in Arabia ma in
tutto l'Egipto fu reputato vero messia. Instituí che e suoi popoll fussino chiamati Sarraini o Sarraceni
da Sarra legitima moglie d'Habraham, quasi legitimi successori della divina successione. Era di tale ingegno
che etiam gl'incomodi suoi usava a suo proposito. Imperoché essendo spesse volte oppresso
dal morbo caducho, ogni volta che poi tornava in sé fingeva che gli fussi apparito Gabriel angelo,
et che lui cadessi per non potere sopportare tanto splendore. Rimase sanza padre da pueritia, et povero, et
fu nutrito dal zio ; morí di luglio nell'anno della nostra salute sexcentesimo vigesimo primo. Altri
pongono net secento trentadue dopo el quale obtenne el suo principato Calipha, et a Calipha successe Achaly,
el quale cacciato del principato regnò Aly. Ma essendo lui molto superstitioso, gl'Egyptii gli creoron
contro Calipha nuovo principe ; che merda fa : benché spurca sia questa narratione, nientedirneno
non l'usò el poeta solamente per monstrare la chosa naturale, ma allegoricamente significa che ciò
che entra in bocca alto scismatico diventa sterco, i. ciò che impara di doctrina diventa corruptela
a gl'altri huomini ; et certo lui fu grandissima corruptela ne gl'huomini, la qual non solamente non è
spenta, ma permette Dio giusto giudice, per vendicarsi et punire e suoi nemici cho' suoi nimici, che tale religione
allarghi e confini. Onde in questo anno con somma infamia del nome christiano, et in non picchola pernitie della
misera Italia, ha preso Otranto antichamente decto Hydrunto in Calavria ; non so quello seguirà, ma e
peccati de' principi di questa età, de' quali quasi tutti sono infecti, et le italiche discordie, ci
ponghono piú timore che speranza. « Misereatur nostri Deus et illuminet vultum suum super nos
» ; Alí : alquanti credono che fussi zio di Machometh et aiutatore in tutte le sue imprese.
[37-39] Dimostra che e dannati a tale pena girono del continuo intorno a quella bolgia, et un diavolo ogni volta
che tornano da llui di nuovo con la spada gli rifà le ferite. Il che significha che lo scismatico sempre
s'avvolge nel medesimo errore, et un diavolo, cioè la sua diabolica pertinacia, del continuo lo tiene
diviso.
[46-48] Né morte el giunse anchor : manifesta a Dolcino che si fornisca di vettovaglie innanzi
che le nevi venghino, perché poi non ve ne potrebbe portare essendo in sí aspra montagna.
[58-60] Non rechi victoria : cioè che non si lasci vincere al Noarese suoi cittadini. Fu frate
Dolcino al tempo di Bonifatio octavo di Noara in Lombardia, et a Vercelle lo nutrí un prete decto Augusto,
dal quale dopo alchun tempo trovato in furto, si fuggí a Trento, et nelle montagne a questa città
propinque, essendo eloquente et di grande ingegno, sobto habito di fraticello a quelle genti roze et imperite
persuase nuova secta affermando sé essere vero apostolo mandato da Dio ; voleva che ogni chosa per carità
fussi comune, et maxime le donne, excepto la madre et la figliuola. Il che udendo el vescovo di Trento
le fece cacciare. Dolcino vedendo ognidí piú crescer la moltitudine che lo sequitava, credette
essere inexpugnabile se riducendosi nelle montagne di Brescia di Bergamo et di Como non scendessi al piano,
essendo quelle per natura del luogo et per le nevi molto munite. Ma finalmente cacciato indi si riduxe in monte
asprissimo tra Noara et Vercelli, dove havea seco piú di tre mila huomini da portare arme, sí
perché potevono apresso di lui adempiere ogni sua voluptà, sí perché con la eloquentia
sua ogni huomo dilectava. Ma perché Dio non volse che sí grave scellerateza rimanessi impunita,
finalmente fu assediato dallo exercito congregato di Lombardi, Savoini, Provenzali et Franciosi. Et finalmente
per fame e suoi s'arrenderono et lui preso fu condocto a Noara. Dove mai benchéda molti fussi stimolato
volle ridursi alla vera legge. Il perché fu attanagliato per tutta la città et crudelmente morto,
huomo sanza fallo se non fussi caduto in tale errore degno d'immortale fama, perché mai in tanti tormenti
mutò faccia, né mai si lamentò ; ma del continuo confortava e suoi che perseverassino ne'
suo precepti ; né di minore francheza d'animo fu Margherita trentina sua moglie, la quale et bella et
molto riccha, trovando nobili mariti, volle piú tosto e medesimi supplicii che ella volessi rinnegare
la cisma. Durò l'obsidione uno anno et lo cisma due.